Noi non voltiamo la testa dall'altra parte

Alcuni giorni fa ho ricevuto una telefonata dal presidente di una nostra società, che mi informava di un episodio spiacevole, in effetti grave e assimilabile al bullismo, avvenuto a l'Aquila in occasione della "Corsa di Miguel e Michela". Che fosse accaduto qualcosa lo avevo intuito da uno scambio di complimenti che ho visto scorrere su un social network. Ero indeciso se chiamare io, ma non ne ho avuto nemmeno il tempo.

I fatti sono questi: Una atleta tesserata CSEN con una nostra società, la Podistica Luco dei Marsi, e contemporaneamente Fidal con Plus Ultra di Trasacco, è stata iscritta insieme ad altri come Podistica Luco. Poco prima della partenza si è presentato un signore, dicendo che a seguito di un ricorso, avrebbe dovuto correre come Plus Ultra. Badate, non è andato a dirglielo il suo presidente Fidal, ma un tale Marcello Casasanta, dichiarando di interpretare un regolamento Fidal che parla chiaro. "In una gara Fidal, chi è tesserato con una società Fidal deve correre per forza con quella".

Il Presidente della società CSEN si è opposto, dicendo che questo fatto a lui sembrava un tantino anomalo, ma si è trovato di fronte un muro. "Lo dice il regolamento, lo dico io, così è". Questa cosa veramente poteva deciderla e comunicarla soltanto un giudice Fidal, e nessuno delle persone coinvolte lo è.

Ma va bene. Signorilmente l'atleta ha accettato la decisione senza protestare, poi a seguito di un contatto in corsa si dice abbia perso il chip non venendo classificata (), ma per il mio presidente i dubbi restavano forti. Dopo la gara, è arrivata la "sentenza" da parte del presidente dell'altra società. Secondo loro se hai una tessera Fidal, praticamente hai firmato un mutuo, e almeno nelle gare Fidal sei una proprietà della società Fidal. Questa è la legge. Lo dicono loro, ma le cose non stanno esattamente così. In ogni caso sappiate che lo pensano davvero, quindi pensateci anche voi prima di firmare. Ho sentito anche dire che qualcuno pensa di tornare il prossimo anno alle gare "Riservate Fidal". Non credo si possa fare, se non per campionati Nazionali o Regionali a prova unica, ma mi sembra una ottima idea, così vediamo dopo cinque gare quanta gente andrà lì e quanta andrà alle gare degli EPS. Però sappiate che a parte quei casi le regole, quelle vere, lo vietano.

Comunque, ho chiesto spiegazioni ed alla fine è arrivato, a me e per conoscenza anche alla presidenza Fidal Abruzzo, il famoso documento Fidal che diceva tra le altre cose che gli EPS non possono premiare le categorie. Ma quello non è il documento che Fidal, CSEN e gli al tri EPS hanno firmato, è una sua pessima interpretazione, che io denunciai immediatamente  e che venne sbugiardata nel giro di poche settimane . Gran bella figura devo dire, ma non è tutto qui.

Ho controllato le classifiche, e in quella gara c'erano altri 16 atleti  che avevano una tessera Fidal con una società diversa da quella con cui risultano in classifica. 4 di loro hanno corso per Tocco, e 11 erano tesserati Fidal "Corrilabruzzo", il cui presidente è proprio il signore che diceva che questa cosa era vietata. Ma guarda...

In mezzo ad una simile strage regolamentare, l'unica persona a cui applicate questa genialata è un tesserato CSEN? La cosa più ridicola di tutte è che questa regola non esiste in nessun regolamento Fidal, e meno ancora esiste nella convenzione. Tra l'altro, scusatemi, ma perchè mai in una gara Fidal le categorie sono quelle degli EPS? Fidal non ha la M30, o la 16-23 (in quella fascia ne ha tre di categorie). Quindi, ammesso che quella regola esistesse, la gara non era una "pura gara Fidal" (altrimenti non potevano partecipare i tesserati non-Fidal) era Fidal/EPS, ed era regolata dalla convenzione. 

Fonti bene informate mi dicono che Fidal era già partita a suon di diffide da prima ancora che io prendessi carta e penna, ma per tutt'altra ragione, cioè perchè uno dei primi classificati ha corso per Tocco (che è Fidal), ma in realtà è tesserato Running Free (che è lo stesso Fidal), e qualcuno si era già arrabbiato. E se avessero notato che non era solo uno ma ce n'erano altri tre?

Il fatto di prendersela con una nostra atleta, accusandola di avere violato una norma inesistente, costringendola a cambiare società, lei si, ma altri 16 nella stessa posizione no, è una discriminazione molto grave, e un vero e proprio atto di bullismo e inciviltà.

La nostra protesta  è stata inviata anche alla Fidal nazionale, ma siccome è stata una violazione grave, abbiamo valutato se fosse il caso di portare la questione ancora più in alto. Per il momento ci siamo fermati lì, pensiamo alla "ragazzata" e vogliamo sperare che non si ripeterà mai più. Ma se accadesse di nuovo, tranquilli, ce ne occuperemo. Il podismo non è una proprietà privata.

A differenza di chi pensa che basti indossare una tuta con scritto "giudice di gara", per pontificare di regole e combinare casini, io un giudice di gara lo sono diventato attraverso dei corsi nazionali, e conosco i regolamenti quanto la lingua italiana. Anche se per mia scelta diserto certe gare, sappiate che CSEN c'è, e vi osserva. Noi siamo al fianco delle nostre società e dei nostri tesserati, e non voltiamo la testa dall'altra parte. Quindi vi invito a comportarvi da persone serie, non fare altre stupidaggini, e se possibile non pensarle nemmeno. Chiarisco che non ce l'ho con Fidal, che reputo una istituzione seria nel suo ambito, ma con coloro che gli rovinano l'immagine per soddisfare la loro vanità.

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