Bravo, Domenico!

La maratona di New York da sempre divide il mondo dei runner. Per alcuni è LA maratona, quella che una volta nella vita vale la pena di correre. Per altri è solo una tecnica ingegnosa per estrarre soldi da chi corre. L'argomento principale di coloro a cui non piace è che "una maratona è una maratona, 42.195 km, la puoi fare dove vuoi, e di posti belli ce ne sono".

La scienza e l'uso dei GPS hanno smentito questa teoria, la maratona di Roma nel 2013 era intorno ai 43 Km, e ho visto maratone sotto i 42Km e soprattutto mezze sotto i 21. Ma New York è differente, davvero. Tutti quelli che conosco che ci sono andati, me compreso che non ho corso, ci hanno lasciato un pezzo di cuore.

La prima domanda che ho visto farsi al traguardo in molte lingue è: "ma come, è gia finita?", la seconda è: "quando ci potrò tornare?".

A New York il tempo passa in fretta, e non è mai abbastanza per le cose uniche che vale la pena di vedere. Il giorno della maratona invece è molto lungo. La partenza è alle 9:30 più o meno, poi le altre a ondate, ma il ritrovo obbligatorio è alle 5:30, (i professionisti possono arrivare con più calma).

L'anticipo è necessario perchè nell'area di partenza non entra nessuno senza essere perquisito. Gli americani hanno una attenzione maniacale per la sicurezza, e non vogliono scherzi. Vedere l'alba sotto il ponte di Verrazzano è uno spettacolo unico, ma fa molto freddo. Il momento della partenza però prima o poi arriva, sulle note di Frank Sinatra che canta "New York, New York", con delle emozioni che diventano insostenibili, ed indimenticabili mentre percorri, con i lacrimoni che ti si congelano in faccia, il ponte di Verrazzano.

Può essere uguale ad un'altra maratona? No, e hai 42 Km, corsi quasi tutti e 42 con milioni di persone a bordo strada che ti incitano come matti per farti arrivare al traguardo, per capirlo. Ed è un coro che cresce col passare dei minuti, tiepido al confine con l'indifferenza con i primi, caloroso oltre ogni limite con i comuni mortali. Se servisse, ti porterebbero a spalle fino al traguardo.

Ho visto più di un atleta, zoppicante ma inarrestabile, accompagnato con devozione da un volontario verso il traguardo. Non è un caso se New York ha la più alta percentuale tra partenti e arrivati. Nessuno rimane indietro e l'ultimo vale quanto e più del primo. La tradizione nella maratona, almeno tra i maratoneti "veri", vuole che tutti gli arrivati siano a modo loro dei vincitori. Gente che ce l'ha fatta.

A New York questo aspetto è ancora più sentito. Chi si mette la medaglia al collo, non se la toglie più fino a quando torna a casa, e il giorno dopo, forse ancora più del giorno della gara, New York è dei maratoneti. Persone che portano con orgoglio il risultato della loro fatica appeso al collo, riveriti e osannati dai newyorchesi che ti osservano, ti sorridono e si complimentano "oohh, you made it..!", tutti. Probabilmente è vero, lo straniero viene spolpato per bene, ma almeno lo sanno fare.

Nel 2013 il primo abruzzese fu Angelo Cannone 1138mo in poco più di tre ore. Quest'anno l'abruzzo, orfano di Duilio Fornarola, ha visto brillare una nuova stella. Domenico Barbierato della Sorgente di Fara San Martino ha lasciato il suo segno, arrivando 168mo su 50433 arrivati con un 2h43' che è il suo miglior tempo su questa distanza. New York è nota per non essere un percorso facile, ma sono molti a migliorare i propri tempi in questa gara, qualcosa significherà.

Meglio di lui tra gli abruzzesi che conosco (tolto Alberico Di Cecco che nel 2003 arrivò quinto, ma da professionista) fece il lancianese Franco Morena quando Domenico aveva pochi mesi, nel 1986, piazzandosi 161mo in 2h37', ma erano decisamente altri tempi.

Camillo Campitelli, che pure è un nome che da noi merita molto rispetto, nel 1998 arrivò 268mo in 2h47'. In generale non penso saranno stati in tanti a fare meglio, Domenico ha tempo per migliorarsi. E mi sembra di avere capito che l'intenzione c'è, con calma. 

Tornando al presente, quest'anno la pattuglia abruzzese era piccola, ma agguerrita. Oltre a Domenico, ci hanno fatto onore Umberto Di Gregorio, Alessandro Piccinini, Nicolino "zuzu" Catalano di Vasto abbattuto dal vento al secondo Km, ma arrivato al traguardo in poco più di 3h'30, Annalisa Fitti, Davide Serra, Fabrizio Tranquini, Nicola e Valentino Sciotti, Mario Bollini, Mauro Talamonti, Valerio Valenti, Maurizio Dionisio, Pasquale Tieri ed Emiliano Acquarola, Giovanna Sperandio, Francesco Gualandri, Enzo De Santis, Elvita Redavid, Stefania Di Giannantonio, Michele Menotta, Giorgia Manilla, Antonio Costantini, Giuliano Del Signore, Clara Rastelli, Roberto Angelantoni, Maurizio Michilli, Franco Della Cagna, Sonora e Walter Zurlo,  Dino Onofri, Laura Di Murro. Mi scuso se ho saltato qualcuno, ma non è facile trovarvi tutti.

Comunque complimenti, siete dei vincitori.

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