“I have a dream…” - Parte Prima
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- Categoria: Altre Gare 2010
- Creato Mercoledì, 24 Novembre 2010 12:36
- Scritto da Cecilia Di Benedetto (FIDAS)
Forse per qualcuno la citazione delle parole che Martin Luther King pronunciò nel discorso del 28 agosto 1953 davanti al Lincoln Memorial di Washington al termine di una marcia di protesta per i diritti civili potrà sembrare pretenziosa. Ma credetemi, la maratona di New York è, per ogni podista, un sogno covato per lungo tempo, prima di trovare il coraggio di mettersi in gioco e di accettare la scommessa.
Sembra ieri quando, con un paio di amici si paventava l’ipotesi, nel 2010, di correre la maratona più famosa e partecipata del mondo. L’idea ha preso forma grazie agli amici della Fit Program, che con la loro esperienza ed il loro entusiasmo hanno organizzato la spedizione nella Big Apple.
Inutile dire quanto New York sia una città straordinariamente imponente ed affascinante, con i suoi grattacieli, le sue luci, le sue frenesie, la sua popolazione sempre molto cordiale e disponibile.
I giorni precedenti alla gara si è cercato di viverli in maniera spensierata, e perché no, vacanziera, stemperando la tensione di quella che è sicuramente una festa, ma che resta un’occasione per misurarsi con se stessi.
Domenica mattina arriva presto. La giornata è abbastanza fredda, ma serena. Assistiamo ad una splendida alba americana dal battello che da Brooklyn ci porta all’isola di Staten. Ultimi preparativi, saluti con gli altri del gruppo, e si va nelle griglie di partenza.
Si affronta subito il Ponte di Verrazzano, dalla cui pendenza si intuisce che questa maratona merita molto rispetto. Sin dalla partenza si respira un’aria di festa. I migliaia di podisti sono accompagnati dalla incitazione di volontari, bambini, forze dell’ordine e gente comune, scesa in strada per assistere e partecipare attivamente allo spettacolo.
La fatica della corsa è alleggerita da questo piacevole frastuono, tanto è vero che l’unico tratto in cui non è permesso l’accesso alla gente risulta essere quello più impegnativo. Per tutto il resto del tragitto è il delirio, ed è davvero arduo “dare il cinque” a tutti i ragazzini che porgono la mano, girarsi ogni qual volta si senta il grido “Italia”, o ancora scrutare tutti i personaggi curiosi che in corsa o no, fanno folklore.
continua...., all'interno altre foto ed il rilevamento GPS del percorso.
Questo è il rilevamento GPS del percorso: